RESPONSABILITÀ BANCARIA PER VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI DI CONTROLLO: LE RECENTI PRONUNCE DELLA CORTE D’APPELLO DI MILANO NEL CASO GFOREX

La recente sentenza n. 1251/2025 della Corte d’Appello di Milano, ottenuta grazie al patrocinio dello Studio Legale Spinapolice & Partners, conferma nuovamente la responsabilità solidale degli istituti bancari per le violazioni degli obblighi di vigilanza e controllo sui conti correnti, in particolare quando utilizzati impropriamente da intermediari finanziari non autorizzati alla detenzione di capitali di terzi.

Il giudizio riguarda lo scandalo finanziario della società GForex S.p.A., che tra il 2006 e il 2010 raccolse illecitamente oltre 26 milioni di euro da circa 400 investitori, promettendo loro elevati e sicuri rendimenti attraverso operazioni sui mercati valutari (Forex). Tuttavia, GForex operava abusivamente come intermediario finanziario, convogliando indebitamente i capitali raccolti in un unico conto corrente aziendale aperto presso UniCredit, istituto oggi giudicato corresponsabile delle perdite subite dagli investitori, a causa della mancata osservanza degli obblighi imposti dalla normativa bancaria.

La Corte ha precisato che la responsabilità di UniCredit è derivata dalla violazione della normativa antiriciclaggio e bancaria vigente, nonché dalla mancata applicazione del regolamento della Banca d’Italia in materia di depositi della clientela. Secondo tale regolamento, infatti, le società iscritte esclusivamente all’elenco generale ex art. 106 TUB—come nel caso di GForex—non potevano detenere in proprio capitali di investitori terzi, ma avrebbero dovuto operare attraverso conti individuali intestati direttamente ai clienti e delegati alla movimentazione solo previa autorizzazione specifica dei medesimi.

La condotta di UniCredit ha invece agevolato materialmente l’attività illecita di GForex, consentendo la confluenza indistinta dei fondi degli investitori sul conto aziendale “omnibus”, poi trasferiti all’estero e successivamente volatilizzati.

La Corte d’Appello, aderendo alla tesi difensiva avanzata dallo Studio Legale Spinapolice & Partners, guidato dall’Avv. Giovanni Spinapolice, ha quindi ribadito la responsabilità solidale della banca nel risarcire integralmente gli investitori coinvolti, mediante restituzione del capitale investito, degli interessi maturati e della rivalutazione monetaria.

Si tratta della seconda importante decisione sul medesimo caso, dopo la precedente sentenza n. 3547/2024 del 23 dicembre 2024, che aveva già confermato in sede d’appello la responsabilità di UniCredit nei confronti di altri risparmiatori coinvolti nella medesima vicenda, sempre patrocinati dall’Avv. Spinapolice. Tale sentenza aveva ugualmente riconosciuto la violazione degli obblighi di controllo imposti dalla normativa bancaria, confermando il diritto degli investitori al risarcimento delle somme integralmente versate sul conto aperto da GForex.

Questi pronunciamenti della Corte d’Appello di Milano rappresentano un precedente giurisprudenziale significativo in tema di responsabilità bancaria per omessa vigilanza, ponendo solide basi per la tutela degli investitori coinvolti in casi analoghi. In entrambe le occasioni, il contributo dello Studio Legale Spinapolice & Partners è risultato decisivo, grazie a una strategia processuale rigorosa e fondata su una puntuale ricostruzione degli obblighi normativi violati.

L’Avv. Giovanni Spinapolice, noto esperto di diritto bancario e finanziario, ha sottolineato l’importanza delle sentenze affermando: «Questi provvedimenti costituiscono una chiara conferma della responsabilità delle banche quando omettono di esercitare diligentemente le funzioni di controllo imposte dalla legge. L’obiettivo del nostro studio è e sarà sempre quello di ottenere risultati concreti e tangibili per i nostri clienti, garantendo un’efficace tutela giuridica e il pieno recupero del patrimonio perduto».


Intervista all'Avv. Giovanni Spinapolice: Azioni Collettive contro i Responsabili per Investimenti Illegittimi di HUB Srl

Negli ultimi mesi, il caso HUB Srl ha catturato l'attenzione di molti piccoli investitori che si sono ritrovati con perdite significative dopo aver partecipato a operazioni promosse dalla società. HUB Srl, che operava di fatto come un fondo d'investimento senza autorizzazioni, ha raccolto capitali promettendo rendimenti elevati, ma molti dei progetti immobiliari proposti non sono mai stati completati. Per comprendere meglio le azioni legali in corso e le strategie di recupero, abbiamo intervistato l'avv. Giovanni Spinapolice, managing partner di Spinapolice & Partners, che sta guidando un'iniziativa per tutelare gli interessi degli investitori danneggiati.

Domanda: Avv. Spinapolice, cosa può dirci riguardo alle operazioni di HUB Srl e alle problematiche emerse?

Risposta: HUB Srl ha utilizzato una struttura di contratti di associazione in partecipazione per dissimulare quella che di fatto era un'attività di gestione di capitali simile a quella di un fondo d'investimento, senza però possedere le autorizzazioni necessarie per farlo. Molti investitori privati, attratti dalle promesse di rendimenti elevati, hanno aderito a questi contratti pensando di partecipare a iniziative immobiliari sicure e regolamentate. Tuttavia, i fondi sono stati gestiti in maniera discrezionale, e diversi progetti promessi non sono mai stati completati, lasciando i risparmiatori con perdite pesanti.

Domanda: Qual è l'obiettivo principale delle azioni legali che state preparando?

Risposta: L'obiettivo delle nostre azioni collettive non è semplicemente ottenere una sentenza favorevole, ma garantire il recupero effettivo dei capitali perduti. Per questo motivo, non stiamo focalizzando la nostra azione solo su HUB Srl, che potrebbe non avere la capacità patrimoniale per risarcire completamente tutti gli investitori. Piuttosto, stiamo puntando a perseguire soggetti terzi, ritenuti responsabili in solido per il loro ruolo nella vicenda. Si tratta di figure che, attraverso comportamenti omissivi o atti di complicità, hanno permesso a HUB di rastrellare capitali e gestirli senza i necessari controlli e autorizzazioni. La nostra strategia è rivolta verso entità capienti che possano effettivamente risarcire i danni subiti dai nostri clienti.

Domanda: Quali soggetti potrebbero essere coinvolti in queste azioni legali in solido?

Risposta: I soggetti che stiamo valutando di coinvolgere sono quelli che, direttamente o indirettamente, hanno agevolato HUB Srl nella raccolta dei capitali. Questo include, ad esempio, intermediari finanziari, consulenti e altre entità che hanno agito in modo negligente o che hanno omesso di svolgere i controlli dovuti. Se sarà dimostrato che il loro comportamento ha permesso a HUB di operare in modo irregolare, potremo agire anche contro di loro per ottenere il risarcimento dei danni.

Domanda: Cosa devono fare gli investitori che hanno subito perdite?

Risposta: Invito tutti gli investitori coinvolti a raccogliere la documentazione relativa ai loro contratti con HUB Srl e a contattare uno studio legale con esperienza in questo settore. Stiamo organizzando azioni collettive proprio per unire le forze e aumentare le possibilità di successo nel recupero dei fondi. Agire collettivamente ci permette di presentare un caso più solido e di perseguire in maniera più efficace i responsabili, garantendo che i diritti dei nostri clienti vengano rispettati.

Domanda: Quali lezioni possono trarre gli investitori da questa vicenda?

Risposta: Questa situazione evidenzia l'importanza di verificare sempre la legittimità e la solidità delle società con cui si investe. Anche se i rendimenti promessi sono allettanti, è fondamentale assicurarsi che chi gestisce i capitali abbia tutte le autorizzazioni necessarie e rispetti le normative vigenti. Consiglio sempre di leggere con attenzione ogni contratto e, se ci sono dubbi, di rivolgersi a professionisti per ottenere una consulenza imparziale. È essenziale non farsi prendere dall'entusiasmo e verificare che ogni aspetto dell'investimento sia regolamentato.

Conclusione L'intervista all'avv. Spinapolice mette in luce una vicenda complessa e preoccupante, che ha colpito molti piccoli investitori con perdite ingenti. Le azioni legali in preparazione puntano non solo a far valere i diritti dei risparmiatori, ma a garantire che chi ha facilitato queste operazioni irregolari venga chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. Per gli investitori retail che cercano giustizia, queste iniziative rappresentano un'opportunità per recuperare i fondi perduti e ristabilire la trasparenza e la legalità nel settore.


Criptovalute: le banche non possono più ignorare il cambiamento

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 30 set – Le banche tradizionali stanno affrontando una trasformazione radicale: l'avvento delle criptovalute e della tecnologia blockchain sta costringendo il settore a ripensare i propri modelli di business. Dopo anni di diffidenza e scetticismo, molte delle principali istituzioni finanziarie stanno adottando questi strumenti come parte integrante delle loro operazioni quotidiane.*

Negli ultimi mesi, banche come JPMorganGoldman Sachs e HSBC hanno annunciato progetti legati alla blockchain, segnalando un cambiamento epocale. Ad esempio, JPMorgan ha introdotto JPM Coin, una criptovaluta interna utilizzata per velocizzare i trasferimenti di fondi tra i clienti istituzionali, eliminando i tradizionali intermediari e riducendo i tempi di liquidazione​.

Il potenziale della blockchain è chiaro: velocità, trasparenza e costi ridotti.

Criptovalute e blockchain: opportunità e sfide

Le criptovalute, come è noto, offrono significativi vantaggi per le banche. Le transazioni basate su blockchain possono essere eseguite in tempi molto più rapidi rispetto ai metodi tradizionali, con una riduzione drastica dei costi di gestione e delle commissioni. Questo è particolarmente vero per le operazioni transfrontaliere, che attraverso le criptovalute possono essere completate in pochi minuti, eliminando i ritardi dovuti alle conversioni valutarie e agli intermediari.

Tuttavia, ci sono anche sfide importanti. La volatilità del mercato delle criptovalute resta un ostacolo, specialmente per le banche abituate a operare in un contesto più stabile. Inoltre, la natura decentralizzata delle criptovalute pone problemi di controllo e regolamentazione, richiedendo alle banche di sviluppare nuove competenze per gestire il rischio e garantire la conformità alle normative in evoluzione.

Le normative giocano un ruolo cruciale. La crescita dell'interesse da parte delle banche per le criptovalute è in parte dovuta alla maggiore chiarezza regolatoria in Paesi come Giappone, Singapore e Regno Unito, che hanno stabilito quadri giuridici per governare l'uso delle valute digitali​.

Questo sta incentivando le istituzioni finanziarie a lanciarsi su questo nuovo fronte con maggiore sicurezza.

Il futuro delle criptovalute nel settore bancario

Secondo le previsioni, entro il 2027, circa il 10% del PIL globale potrebbe essere tokenizzato e registrato su blockchain​.

Questo cambiamento non sarà limitato solo ai pagamenti, ma potrebbe coinvolgere tutte le attività finanziarie, dalle operazioni di credito alle compensazioni commerciali, con implicazioni profonde per le banche tradizionali.

Una delle innovazioni più promettenti è l'introduzione delle Central Bank Digital Currencies (CBDC), versioni digitali delle valute fiat sostenute dalle banche centrali. Diverse nazioni, tra cui la Cina e la Svezia, stanno già sperimentando le proprie CBDC, segnalando che questo sarà un elemento chiave per il futuro della finanza globale​.

Intervista all'Avv. Giovanni Spinapolice: "Le banche non possono permettersi di restare indietro"

Abbiamo discusso del tema con l'avv. Giovanni Spinapolice, managing partner di Spinapolice & Partners Law Firm, esperto in regolamentazione finanziaria e consulenza su criptovalute. Spinapolice è in prima linea nel supportare le istituzioni finanziarie che vogliono adattarsi al cambiamento in atto.

"Le banche sono arrivate a un punto di svolta," spiega l'avv. Spinapolice. "Non si tratta più di una semplice opportunità, ma di una necessità. Le criptovalute e la tecnologia blockchain stanno ridefinendo il modo in cui operiamo nel settore finanziario. Le istituzioni che non riescono ad adattarsi rischiano di restare irrimediabilmente indietro."

Secondo Spinapolice, una delle chiavi per il futuro sarà l'integrazione di strumenti come le CBDC e l'adozione delle stablecoin"Le stablecoin offrono una via intermedia tra l'innovazione delle criptovalute e la stabilità delle valute fiat. Sono uno strumento che può dare maggiore fiducia ai clienti e garantire una transizione più sicura verso un sistema finanziario digitale."

Sulla questione della regolamentazione, Spinapolice è chiaro: "Il quadro regolamentare sarà determinante. Le banche devono operare in un contesto che garantisca sicurezza e trasparenza per gli investitori. Noi di Spinapolice & Partners siamo già impegnati a supportare diverse istituzioni nella gestione di questa trasformazione, assicurando che siano pronte a operare in un mercato in costante evoluzione."

Un percorso di trasformazione inarrestabile

Le banche non possono più ignorare l'onda di cambiamento portata dalle criptovalute e dalla blockchain. La capacità di queste tecnologie di ridurre i costi, aumentare la trasparenza e migliorare la velocità delle transazioni le rende una risorsa troppo preziosa per essere trascurata. Anche se ci sono ancora ostacoli da superare, in particolare legati alla regolamentazione e alla sicurezza, il futuro delle criptovalute nel settore bancario sembra ormai tracciato.

Le istituzioni che sapranno adattarsi e integrare queste tecnologie nel proprio modello operativo avranno un vantaggio competitivo significativo. La finanza del futuro sarà sempre più digitale, e le criptovalute giocheranno un ruolo da protagoniste.


Titoli illiquidi: lo Studio Spinapolice & Partners pronto ad azioni collettive contro Banca Sant'Angelo

La Banca Sant'Angelo è stata condannata a risarcire due investitori che avevano effettuato investimenti in titoli "illiquidi". La decisione è stata presa lo scorso 8 luglio dalla quinta sezione del Tribunale di Palermo, che ha imposto all'istituto bancario la restituzione integrale delle somme perse dai due coniugi, inclusi gli interessi legali maturati nel frattempo, a seguito di investimenti in azioni illiquide, ovvero titoli che non possono essere facilmente rivenduti come avviene per quelli quotati in borsa.

L'investimento in questione era stato fortemente consigliato dalla banca a partire dal 2013, senza che i risparmiatori fossero stati correttamente informati dei rischi significativi associati a questo tipo di strumenti finanziari. Le azioni illiquide, infatti, comportano il rischio di perdita dell'intero capitale investito, principalmente a causa delle difficoltà nel loro smobilizzo, ovvero nella possibilità di convertirle rapidamente in denaro.

A tal proposito, l'Avv. Giovanni Spinapolice, Founding Partner dello Studio Spinapolice & Partners, ha dichiarato: "La sentenza rappresenta un importante precedente per tutti quegli investitori che si sono trovati nella medesima situazione. Siamo pronti a predisporre azioni collettive al fine di ottenere il risarcimento dei danni per coloro che, a causa di consulenze bancarie inadeguate, hanno subito perdite ingenti. Il nostro studio sta già raccogliendo adesioni per procedere in tal senso".

L'avvocato Spinapolice ha inoltre sottolineato come sia fondamentale, in questi casi, che gli istituti bancari rispettino gli obblighi informativi nei confronti dei clienti, soprattutto quando si tratta di investimenti ad alto rischio. "Le banche devono garantire la trasparenza e l’adeguatezza delle informazioni fornite ai risparmiatori, specialmente quando si tratta di prodotti finanziari complessi e non facilmente liquidabili", ha aggiunto.

Il caso della Banca Sant'Angelo potrebbe dunque aprire la strada a ulteriori richieste di risarcimento da parte di altri investitori che si trovano in situazioni analoghe, portando a nuove azioni legali collettive contro istituti bancari che non rispettano i propri doveri di trasparenza.


IL TRIBUNALE E CORTE DI APPELLO DI FIRENZE CONDANNANO ANCORA BANCA CAMBIANO PER IL CASO IBS FOREX

Spinapolice & Partners ha asistito con due differenti giudizi, uno dei quali in entrambi i gradi, altri malcapitati nella vicenda di IBS Forex.

Gli assistiti, tra i quali un Notaio, che avevano affidato a IBS Forex circa mezzo milione di euro, senza più recuperarlo, hanno ottenuto la condanna di Banca Cambiano alla restituzione dei capitali per i fatti di Invest Banca alla quale la prima è subentrata.

Del caso IBS Forex e del diritto dei suoi clienti investitori di ottenere il risarcimento da parte della Banca d’appoggio della finanziaria ce ne siamo occupati più volte.

La scia di condanne all’Istituto che si stanno ripetendo col patrocinio dell’Avvocato Spinapolice, riconosce dignità ad un caso che è passato alle cronache nonostante l’indifferenza che all’epoca ebbero Istituzioni e operatori bancari nel consentire, alla luce del sole, l’attività abusiva da parte di una finanziaria che operava nel forex ed in particolare IBS Forex di Como.

Il rastrellamento ad opera di meri procacciatori d’affari della finanziaria, sguinzagliati in tutta la penisola per recuperare capitali retail di tanti piccoli risparmiatori, ha trovato finalmente lo stop dai giudici di Firenze.

Grazie all’opera di ricerca delle prove documentali e alle attività peritali di professionisti come il dott. Marcello Bartoli, già Ispettore per i Servizi Ispettivi Centrali della Direzione Generale del Tesoro e, successivamente, Ispettore Consob, facenti capo a Spinapolice&Partners, si è potuto scoperchiare il Vaso di Pandora e far venire alla luce un intreccio di responsabilità dovute ad una pericolosa e fitta rete di rapporti tra personaggi, finanziarie e banche in danno di ignari risparmiatori.

Seguiremo ancora l’evolversi della vicenda che è ben lungi dal concludersi, atteso che la possibilità di recuperare i capitali investiti è ancora attuale. Infatti, il diritto al risarcimento non è prescritto finché il fallimento della finanziaria è ancora pendente.



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